“Io ne ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi, navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire”.
Questo monologo ha segnato la storia del cinema e ha trasformato l’attore olandese che in Blade Runner veste i panni del replicante Roy Batty in un’icona della fantascienza. Rutger Hauer è stato l’ospite d’onore dell’ultima edizione del Trieste Science+Fiction Festival, che gli ha conferito il Premio Urania alla carriera.
Il film del 1982 di Ridley Scott è ambientato in una Los Angeles del futuro, alle prese con problemi di inquinamento e sovraffollamento. Ma quel futuro, il 2019, è ormai dietro l’angolo. Allora abbiamo chiesto a Rutger Hauer se la realtà sia sempre più simile agli scenari fantascientifici di Blade Runner. Ecco cosa ci ha risposto.
Qui l’audio della puntata di Moebius con il resto dell’intervista a Rutger Hauer.
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